Il valore aggiunto

Un mesetto fa ho riportato sulla pagina Facebook quanto scrive un’azienda inglese in campo musicale come consiglio per una buona candidatura:
“It’s not a great idea to mention in the cover letter a) how much you love music or what a great DJ you were, b) how YOU will grow working in a new role for us. In your cover letter you should highlight the qualities and abilities that you can bring to the job postition you are applying for. Or whatever you want just not a) or b). “
“Non è una grande idea quella di menzionare nella lettera di presentazione a) quanto ami la musica o che grande DJ saresti, b) come TU crescerai lavorando con noi ricoprendo un ruolo per te nuovo. Nella tua lettera dovresti evidenziare le qualità e le competenze che puoi portare nella posizione per cui ti stai candidando. O quello che ti pare, solo non a) o b).”
Mi aveva fatto sorridere per il tono scherzoso, che però sottolinea un aspetto che spesso viene poco considerato, sia nella lettera di candidatura che nel colloquio.
Quest’oggi, per esempio, un candidato ha passato buona parte del colloquio a lamentare il fatto che nelle richieste di lavoro si ricerchi sempre Mazinga, mentre basterebbe accontentarsi di qualcuno un po’ meno preparato e lasciare spazio alla formazione.
Mi ha praticamente implorato di “sponsorizzarlo” presso i nostri clienti e mi ha ripetuto più e più volte su quali tecnologie potrebbe specializzarsi se potesse lavorare con noi.
E qui sta il punto, come dice anche l’azienda inglese: quello che si dovrebbe sempre sottolineare, alle società a cui ti proponi, è il valore aggiunto che puoi portare tu a loro, non il contrario.
Prova a metterti nei loro panni: se dovessi assumere qualcuno, cercheresti chi ti potrebbe aiutare a far crescere la tua attività, o qualcuno a cui devi star dietro perchè deve imparare la metà delle competenze che tu hai bisogno siano già attive?
Attenzione: non sto dicendo di vendere quello che non si ha. Va benissimo affermare la disponibilità ad apprendere le conoscenze che mancano, ma come chiosa finale, non certo come cavallo di battaglia o per rispondere all’insidiosa domanda “Perchè dovremmo assumere lei?”
Prima di recarti ad un colloquio a cui tieni, prima di inviare il CV ad una azienda che ti interessa davvero, fai questo esercizio e chiediti:
Qual è il valore aggiunto che posso portare?
Giocarti questa carta (senza essere spocchioso, naturalmente!) darà l’impressione al Selezionatore di avere davanti a sè una persona che conosce il suo valore e sa quali sono i suoi punti di forza.
Ci vuoi provare?