[Intervista] il Resort Manager – lavorare nell’ospitalità

Oggi ci spostiamo in Toscana, una regione che in questa stagione, secondo me, regala veramente il meglio di sé. Ci facciamo ospitare (purtroppo solo metaforicamente) in un lussuoso resort e scambiamo 4 chiacchiere con chi lo gestisce.
Ciao! Parlaci un po’ di te
Ciao, mi chiamo Mauro Mapelli, ho 37 anni, nato e cresciuto nella ridente Brianza, ma ora dopo vari spostamenti vivo a Colle Val d’Elsa, provincia di Siena.
Lavoro nel mondo dell’ospitalità, lavoro in hotel e nella posizione attuale il mio titolo lavorativo è quello di Resort Manager in un hotel 5 stelle lusso a Casole d’Elsa. In sostanza il mio titolo comporta l’essere capo ricevimento e inoltre gestire insieme al General Manager la parte operativa del Resort ed assicurarmi insieme a lui che tutto funzioni bene. Praticamente in sua assenza sono io a “tirare avanti la baracca”…diciamo il numero 2, o “vice”, come vuoi vederla tu…
Descrivi la tua giornata tipo (sempre che ce ne sia una!)
Non ho una giornata tipo, questa è la parte bella del nostro lavoro, perché mi regolo in base all’operativo dell’hotel, ma di base è svegliarmi alla mattina, caffé, assicurarmi che il responsabile di notte abbia fatto il suo dovere leggendo i suoi rapporti notturni, tenere alle 9.00 un meeting con tutti i capi reparto sugli arrivi della giornata, incontrare clienti e assicurarmi che tutti siano felici, rendere felici anche i collaboratori, e poi soprattutto gestire gli imprevisti (tanti) che possono capitare durante la giornata, e rispondere alle mail (tante), tra le altre cose.
Questo è molto riduttivo, la parte strana del lavorare in hotel è che chi non lavora in questo ambito non capisce quanto sia impegnativo e stressante (non che gli altri lavori non lo siano, eh!)
Che cosa ti piace di più del tuo lavoro?
Beh come ti dicevo, la parte bella è che le giornate sono tutte diverse, c’è la giornata dove fai quasi fatica a fermarti per pranzo e poi c’è la giornata tranquilla dove riesci a fare le cose con calma, poi non lavoro in un classico ufficio in un palazzone di una qualsiasi città grigia ma al momento da qualsiasi lato mi giro vedo le colline toscane e panorami spettacolari, incontro gente nuova e (anche se non sempre) interessante…
In effetti il panorama dalla finestra del mio ufficio in questo momento non potrebbe minimamente competere con il tuo… Ma, giusto per renderci un pochino meno invidiosi, avresti voglia di confessarci anche quello che ti piace di meno? O quello che cambieresti?
Il mio lavoro mi piace e lo faccio con passione perché l’ho scelto io e nessuno mi ha mai puntato una pistola in testa per obbligarmi a farlo. Però tra le cose che mi piacciono meno c’è senza dubbio il fatto che non sai mai quando la tua giornata finisce o che c’è molta meno organizzazione rispetto ad altre professioni, perché quando lavori con il pubblico e con gente esigente l’imprevisto è sempre dietro l’angolo.
Inoltre il mio lavoro mi porta a girare molti posti belli, ma al tempo stesso non hai una dimora “fissa”: 3 anni di qui, 4 di là e via, ma anche qui è una scelta mia per la carriera. Mettiamola così, via.
Quello che comunque non mi piace proprio di questo ambito è che si incontrano molto più frequentemente persone che si credono grandi ristoratori o grandi manager ma che in realtà sotto sotto sono solo dei gran chiacchieroni ed incompetenti, ma anche qui credo capiti un po’ dappertutto…

Hai sempre saputo di voler fare questo lavoro, o l’hai capito più tardi?
Non ho mai pensato di lavorare nell’ambito alberghiero. Quando ero piccolo avevo ambizioni diverse, volevo fare lo stewart ma quando mi sono reso conto che avrei fatto il cameriere a 10.000 metri di altezza mi sono detto “anche no”. Poi volevo fare il pompiere, il DJ, il giostraio… ma in questo lavoro ci sono capitato un po’ per caso.
Qual è stato il tuo percorso scolastico e formativo?
Ho frequentato il PACLE (periti aziendali corrispondenti in lingue estere) e poi ho studiato lingue e letterature straniere allo IULM di Milano, quindi tutt’altro ambito rispetto alla scuola alberghiera. Poi grazie allo IULM ho intrapreso uno stage che mi ha portato all’ufficio vendite internazionali di Hilton, per poi cominciare a fare il receptionist, il notturno (3 anni e mezzo di lavoro di notte fisso), poi supervisore, poi assistente, e poi capo ricevimento e cosi via…
Ho fatto la classica gavetta, poi ho avuto la fortuna di fare corsi organizzati dagli hotel dove lavoravo che mi hanno permesso di migliorare il mio bagaglio.
Cosa diresti a chi sta pensando di fare da grande il tuo lavoro?
Non vorrei sembrare banale, ma questo lavoro non è per tutti, comporta giornate impegnative, sacrifici, lavorare giorno e notte, weekend, festivi, turni, un sacco di stress… Ma attenzione, detta così sembra un lavoraccio, ma quando senti o leggi che con il tuo lavoro, il tuo sorriso o il tuo modo di gestire una situazione hai cambiato la giornata di chi magari si sta godendo una vacanza, allora ti senti appagato. Questo lavoro ha formato molto il mio carattere ed il mio modo di essere, mi ha aperto molto, mi ha fatto crescere come uomo e come professionista, e ancora ne ho da imparare!
Sei contento di quello che fai o, potendo, torneresti indietro?
Sono contento di quello che faccio, è un lavoro molto difficile e sono contento di essere in grado di farlo. Forse magari, allo stato attuale delle cose, preferirei un po’ meno lavoro e un po’ più di vita privata, ma va bene così.
Ti ringrazio per il tempo che ci hai dedicato. Se ti va, sei libero di aggiungere un pensiero, un aneddoto, un consiglio, una citazione, un’immagine o quello che vuoi.
Grazie a voi per avermi dato voce, sicuramente di aneddoti da raccontare ne avrei un monte, potrei farci un libro, sicuramente ne verrebbe fuori un best seller, soprattutto di personaggi visti quando lavoravo di notte 😄