[Letto per voi] MAAM – La maternità è un master
Era un po’ che volevo scrivere un post sul tema della maternità…all’incirca da un anno, almeno! Poi diciamo che ne sono stata quasi letteralmente travolta, il tempo è volato e ora…eccomi qui.
In realtà non era precisamente questo che avevo in mente, c’è ancora una bozza salvata con qualche appunto che prima o poi svilupperò perché son temi sempre attuali, ma oggi vorrei partire da un aspetto di questo argomento che mi sembra un po’ più attuale.
Ho comprato e divorato questo libro, MAAM. La maternità è un master che rende più forti uomini e donne (BUR, 2014), di Andrea Vitullo e Riccarda Zezza, che aspettavo già dallo scorso anno, quando gli autori hanno lanciato in rete, anche grazie alla rubrica del Corriere La 27esima Ora, un sondaggio per indagare quale ruolo la maternità ha rivestito, per le lavoratrici, nel modificare lo stile di leadership o semplicemente la presenza sul luogo di lavoro.
Emerge da questo lavoro una nuova concezione della maternità, concepita non più come un ostacolo, ma come un evento che genera una nuova energia, da applicare non solo nella vita privata, ma anche nel lavoro. Innanzitutto, già riunire queste due sfere può risultare vincente, perché le competenze maturate in ciascuno dei due ambiti vengono incontro alle esigenze di gestione famigliare e lavorativa: gestione del tempo, organizzazione dei compiti, reazione allo stress…solo che molto spesso non si pensa in termini di competenze ma di compiti da svolgere, e questi due mondi sembrano irrimediabilmente separati, tanto da costringerci ad indossare maschere diverse per ogni ruolo che ricopriamo.
Le interviste raccolte, invece, narrano una storia di nuove consapevolezze che affiorano, quando la neomamma riesce a uscire da se stessa, dal centro del quadro in cui si rappresenta assieme al bambino, e amplia la propria visione per abbracciare un nuovo punto di vista.
Le tematiche affrontate sono tante, ma per non annoiarti estrapolerò le principali parole chiave che mi hanno colpito di più…
(vocina pedante che arriva dal fondo della mente: “ora elenca gli aspetti del libro che ti hanno colpito di più e spiega perché“. Strano, somiglia alla prof di lettere delle medie… )
…
Dicevamo:
- transilienza – una “meta-competenza” che permette finalmente di conciliare tutti i ruoli che ricopriamo nella vita, senza costringerci a cambiare “maschera” ogni volta che ne interpretiamo uno, ma che fa fluire da un ruolo all’altro le migliori competenze che abbiamo maturato nel nostro cammino.
- generatività – una parola di speranza per chi madre (o padre) non lo è diventato: generare non riguarda solo i figli, è un atteggiamento intrinseco strettamente connesso alla creatività: “è il desiderio di dare vita, di far uscire nel mondo qualcosa che ci trascenda”, che sia un figlio, un libro, un progetto, un’azienda…
- delega – diventare mamma impone, per mantenere un certo grado di salute mentale nonché fisica, accettare la necessità di delegare qualcosa agli altri: parte della cura del figlio, della casa, di altri aspetti prettamente pratici. La delega è dare fiducia ad un altro, che può fare le cose per lo meno come noi (meglio no, non esageriamo: siamo pur sempre la mamma!); e se permettiamo a qualcun altro di prendersi cura di un figlio, non siamo allora pronti a lasciare in mano una parte di un progetto lavorativo?
- less ego – il concetto che mi ha veramente aperto un’altra prospettiva. Letteralmente significa “meno ego” e si tratta di quell’atteggiamento che ti porta a uscire da una visione egocentrica, per spostarti al margine della scena e poterla in realtà vedere da una prospettiva più completa e oggettiva. Molto utile per risolvere questioni complesse.
- gestione della complessità – viviamo in un mondo complicato, un “VUCA world” (Volatile, Uncertain, Complex, Ambiguous), che ci costringe ad abbandonare approcci statici e stanchi a favore di una visione dei problemi volta all’analisi, all’osservazione e alla ricerca di una soluzione più creativa.
Poi confesso che c’è anche qualche aspetto che non ho particolarmente apprezzato, ma mi rendo conto che il mio approccio molto pratico e troppo razionale difficilmente viene a patti con il suggerimento di pratiche di meditazione e “respirazione sole-luna”, che mi hanno lasciato piuttosto perplessa.
Nel complesso comunque il libro è veramente interessante e potrebbe essere un buon toccasana per quelle mamme (sopratutto neo) che fanno magari fatica a conciliare la propria identità professionale con il nuovo ruolo genitoriale.
Urca. Generatività per me è http://www.generativita.it: un intero anno dedicato a questo tema. E mi è molto servito allora, psicologicamente, poter lavorare sul concetto che essere generativi è tante cose.
Sulla meditazione e respirazione, invece, sarebbe d'accordissimo Roberto… potrebbe pure convincerti!
Ce la farò a leggerlo anche io. Finora ho letto solo l'intro!
Baci!
Me lo ricordo! E infatti in quel capitolo pensavo proprio a te, che sei stata la prima a farmi riflettere su questo tema della generatività…
Per la meditazione allora aspetto Robi al varco, io sono molto scettica in generale, anche se apprezzo alcuni esercizi di rilassamento…, ma su questo tema mi sembravano un po' fuori luogo.
Aspetto poi i tuoi commenti a lettura ultimata!
Besos