ricerca del lavoro

Audaces fortuna iuvat: quanto serve la fortuna nella ricerca di lavoro?

Il tema della buona sorte collegata alla ricerca di lavoro è presente da un bel pezzo, nei miei pensieri, e piano piano sono giunta ad una conclusione sulla quale ho trovato pace. Oggi voglio condividerla con te.

Quando si cerca lavoro, e soprattutto quando non lo si trova, si parla spesso di sfortuna (oppure si preferisce additare “il solito raccomandato“, ma qui ci addentriamo su altri campi e non mi va di aizzare polemiche).

Ai tempi delle mie prime esperienze nell’outplacement un consulente senior ripeteva ad ogni candidato che, nella ricerca di lavoro, tra gli elementi di cui tenere conto (oltre al settore, il mercato, il ruolo, l’età…) c’è sempre anche la famosa BdC, altrimenti nota come Botta di C**o.

E riflettendo su questo e guardandomi indietro, mi veniva da dire di essere sempre stata molto fortunata, nel mio percorso professionale. Eppure sotto sotto questa semplice affermazione non mi bastava.

Allora ho guardato di nuovo alle mie spalle e ho letto la mia storia. 

Subito dopo la laurea ho accettato un lavoro di un solo mese, ma che poi è stato fondamentale per essere contattata dalla società di outplacement: senza quelle 3 settimane a spiegare a dei disoccupati come scrivere un CV e come cercare gli annunci su internet (cosa che io stessa sapevo fare a stento!), non mi avrebbero nemmeno considerata per lo stage.

Qualche anno dopo, rientrata dalla prima maternità da nemmeno 3 mesi, con un bambino di 6, che voglia potevo mai avere di buttarmi a capofitto in un ruolo che non avevo mai ricoperto, quello del recruiter, lasciando un contratto a tempo indeterminato e 5 mesi di allattamento ancora da sfruttare? Ma questi anni nella selezione del personale mi hanno poi permesso di completare il mio profilo così come lo avevo progettato e, infine, mi hanno dato il coraggio di prendere in mano la mia professionalità e plasmarla a mia immagine.

Il resto è venuto via network, risorsa preziosissima e ricchezza da coltivare sempre  (ne parlerò meglio in un’altra occasione).

Però quello che ho imparato in questi anni, vedendo centinaia di candidati e ascoltando le loro storie, non è tanto che la fortuna esiste o non esiste.

Ho imparato che la fortuna sta tutta nel saper cogliere il momento giusto, l’occasione giusta, e saper anche scegliere di buttarsi. Significa decidere, anche in pochi istanti, che il treno che sta passando è quello che fa per me, e che quindi devo salirci appena trovo uno sportello aperto e una mano tesa.

Ho imparato che la fortuna occorre anche crearsela: tessendo relazioni e coltivando il network, mantenendosi aggiornati, investendo sulle proprie competenze e dedicando il proprio tempo agli altri.

Quello che dicevano i latini è vero: la fortuna aiuta gli audaci. E se è vero che deve anche arrivare la famosa BdC, l’audacia sta nell’intelligenza di riconoscere quando il momento è propizio e nella prontezza a raccogliere il coraggio per uscire dalla propria zona di comfort.

Nel frattempo, quello che possiamo fare è preparare il terreno per l’arrivo della nostra prossima avventura.

E tu che idea hai dell’intervento della sorte nella ricerca del lavoro? Vuoi raccontarci la tua storia? Lo spazio dei commenti è a tua disposizione!

Cosa ne pensi? Scrivilo qui!

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

%d