Come scrivere un CV a prova di ATS

In questo post ho raccolto alcune indicazioni per scrivere un CV a prova di ATS.
Ma cos’è questa cosa?
Forse l’hai già sentita nominare, forse no, ad ogni modo L’ATS (Applicant Tracking System) è un software utilizzato dalle aziende durante i processi di recruiting per operare un primo screening sulle candidature ricevute.
Ragiona in base ai filtri che il selezionatore ha impostato e valuta ogni curriculum in base alla presenza o all’assenza di alcuni parametri ricercati, che possono essere informazioni o parole chiave.
Il CV riceve quindi una specie di punteggio ed entra in una sorta di “classifica”, che semplicemente segnala al recruiter quali CV sono più interessanti e quindi conviene leggere per primi.
Per il recruiter è un bel risparmio di tempo, perchè gli permette di concentrarsi sui candidati in linea con la posizione aperta, senza disperdere energie nello scartare CV di panettieri che si candidano come programmatori Java (true story).
Va anche a vantaggio dei candidati che non hanno potuto mandare il CV velocemente, e che hanno quindi la possibilità di essere presi in considerazione in base alle proprie competenze.
Apro una parentesi
Di solito il consiglio che do è di candidarsi appena letto l’annuncio, perchè in assenza di altri criteri i CV vengono letti in ordine di arrivo.
C’è comunque da dire che questi sono sistemi abbastanza costosi, quindi vengono utilizzati soprattutto dalle aziende che se lo possono permettere e che hanno un numero piuttosto elevato di posizioni aperte nel corso di un anno.
Pertanto, visto il tessuto aziendale tipico italiano, composto prevalentemente da PMI, in generale meglio sempre utilizzare il metodo “chi prima arriva, meglio alloggia”. Chiusa la parentesi.
Vediamo quindi alcuni suggerimenti pratici per fare in modo che il CV non venga scartato dall’ATS solo a causa di alcune impostazioni che nulla hanno a che vedere con le competenze e le esperienze del candidato.

Come impostare un CV a prova di ATS?
Come detto in precedenza, l’ATS non “legge” veramente il CV, ma lo analizza in base a dei parametri che ha ricevuto da chi lo ha impostato.
Uno dei parametri più semplici è la presenza e la frequenza di determinate parole chiave ritenute essenziali per poter considerare una candidatura in linea con la posizione.
È quindi molto importante definire a tavolino e usare poi con criterio le keyword che ci caratterizzano:
prima di tutto il RUOLO, identificato da un titolo “standard”: se hai un job title utilizzato solo nella tua azienda e che fuori è poco comprensibile, sforzati di trovare qualche altra formula più comune.
Poi le tue CONOSCENZE di una certa tecnologia, prodotto, metodologia: non dare mai niente per scontato, soprattutto perchè, se ad esempio l’azienda sta cercando qualcuno che conosca un determinato software, indicarlo ti aiuta ad alzare il punteggio e scalare la classifica.
Infine le COMPETENZE, soprattutto quelle legate ad alcuni processi (come ad esempio vendita, progettazione, attività amministrative…), ma anche quelle soft legate ad aspetti comunicativi, gestionali, organizzativi, relazionali…
Ricorda: content is king.
Come per i testi dei siti web, anche la qualità del contenuto del tuo CV deve essere alta.
Significa che inserire un buon numero di volte le parole chiave va bene, ma il testo deve anche risultare leggibile e scorrevole per il lettore umano, perchè una volta passato il filtro dell’ATS arriverà pur sempre in mano al recruiter.
Per questo motivo ho riportato uno dei mantra del SEO Specialist, cioè chi si occupa di ottimizzare i testi perchè siano ben indicizzati nei motori di ricerca: il contenuto è comunque l’aspetto più importante di un testo, e quindi anche del CV.
Trovare ripetuto 50 volte nel curriculum lo stesso termine può sembrare una genialata per superare il filtro dell’ATS, ma il povero recruiter poi si metterà le mani nei capelli…e noi non abbiamo alcun desiderio di indisporlo, vero?
Al di là delle parole chiave anche la struttura del CV gioca un ruolo importante, sia per ottenere un buon punteggio con l’ATS, sia per facilitare la lettura al recruiter.
Quindi valgono tutte le indicazioni per creare un documento leggibile, e cioè:
- NO al muro di parole
- Rendi “arioso” il colpo d’occhio
- Distanzia i paragrafi
- Utilizza elenchi puntati
- Distingui i titoli usando per esempio il grassetto
Inoltre:
Usa un font leggibile che sia standard e non troppo arzigogolato: l’ATS potrebbe non leggere correttamente le parole se scritte con i cosiddetti caratteri serif, cioè “con grazie”, con abbellimenti.
Prediligi Helvetica, Tahoma, Calibri, Arial; evita Bodoni, Garamond, Palatino e perfino il Times New Roman, che per quanto classico e abbastanza standard rischia di essere troppo illeggibile per un software che, ad esempio, potrebbe scambiare “ri” per “n”.
Sempre in ottica di leggibilità , non far tirar fuori al lettore la lente di ingrandimento, ma scegli una dimensione accettabile, diciamo almeno di 10 punti.
Sappi anche che l’ATS non legge le immagini quindi se hai usato grafici per segnalare il livello delle tue competenze, non verranno considerate.
Per lo stesso motivo è importante anche il formato del file: va bene anche usare il formato .DOC, meglio ancora il .PDF, purchè originato da un file di testo (se fai la scansione da una fotocopia, per esempio, non verrà letto perchè trattato come immagine)
“E il CV così bello e moderno che ho fatto su Canva? Va bene lo stesso?”
Sì, purchè passi una semplice verifica: prova a selezionare il testo, copiarlo e incollarlo su un file word o txt. Se quello che appare è leggibile, allora lo decifrerà anche l’ATS.

E con questo ho raccontato l’essenziale per sistemare il CV a prova di ATS: nulla di troppo complicato, giusto qualche trucchetto e suggerimento per non vanificare gli sforzi fatti per costruire un curriculum efficace e bello.
L’ATS non è il male
In generale vorrei che passasse il concetto che l’ATS è solo uno strumento nelle mani di chi deve comunque, in ogni caso, operare una selezione sui CV che arrivano in risposta ad un annuncio. Questa selezione verrebbe fatta comunque da mani e occhi umani.
Siccome sono dell’idea che è inutilmente dispendioso lottare contro quello che non possiamo governare, la soluzione che resta nelle nostre mani è quella di fare il meglio per produrre qualcosa che possa raccontare davvero chi siamo e cosa sappiamo fare.
Quindi concentriamoci sul far emergere
- Le nostre ESPERIENZE
- Le nostre COMPETENZE
- I nostri TRATTI DISTINTIVI
- Quello in cui siamo BRAVI
- I problemi che sappiamo RISOLVERE
Scriviamolo in forma chiara, esauriente ma concisa, in un italiano corrente e corretto, con una struttura che ne favorisca la leggibilità e avremo fatto tutto quello che è in nostro potere per essere presi in considerazione (oltre ad aver risposto all’annuncio giusto, naturalmente!)
Se pensi di aver bisogno di una mano a scrivere un curriculum efficace, un CV a prova di ATS, un documento che racconti davvero chi sei e cosa sai fare, sono qui apposta per te, con un servizio dedicato.
Questo post fa parte della serie di storie realizzate tra marzo e aprile 2020 su Instagram: le trovi salvate nelle storie in evidenza sul mio profilo, ma ho voluto mettere a disposizione i contenuti anche qui per chi non mi segue sui social.
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