Il curriculum dell’operaio

All’inizio della mia carriera nell’outplacement le prime figure professionali con cui ho avuto a che fare sono state proprio gli operai: uomini e donne che montavano sedie, scrivanie e altri arredi per uffici, che mi guardavano perplessi chiedendosi come una ragazzina appena uscita dalla scuola potesse spiegare loro come fare a trovare un altro lavoro. Non che avessero proprio tutti i torti, erano le mie prime settimane di stage da neolaureata, ma un curriculum per lo meno sapevo come impostarlo, e Word, dopo la stesura della tesi, non aveva più segreti per me.
Dopo di loro ho visto e conosciuto decine di altri operai dei più svariati settori: chimico, alimentare, biomedicale, elettrico, metalmeccanico… e ho imparato tantissime cose sulle differenze tra un montatore, un confezionatore, un saldatore, un capo reparto e un addetto alla manutenzione.
Scrivere il curriculum di una persona che apparentemente fa la stessa cosa tutti i giorni non dovrebbe essere difficile. In verità la grossa difficoltà che ho sempre riscontrato era il farmi raccontare nel dettaglio il lavoro quotidiano, e far capire che “assemblare una lampadina” è una frase che sottintende la conoscenza di macchinari, utensili e materiali, oltre che di procedure, da non dare per scontati.
Note pratiche per il CV dell’operaio
Cosa va messo quindi nel curriculum di chi lavora in produzione, assemblaggio o confezionamento?
Innanzitutto chiarisci esattamente il ruolo ricoperto, con un titolo che descriva già un po’ da solo l’area in cui sei collocato: “addetto al confezionamento alimentare”, “montatore meccanico”, “addetto alla verniciatura” sono descrizioni che vanno oltre l’inquadramento di operaio e iniziano a delineare una professionalità più specifica.
Spiega bene l’attività svolta, con parole semplici, come se lo stessi raccontando a un bambino, senza dare per scontato che chi legge il CV sappia di cosa si sta parlando (questa è una regola che vale sempre, perchè non sai chi avrà in mano il tuo curriculum e lo scopo è che capisca quello che scrivi e si faccia un’idea il più precisa possibile delle tue esperienze e di che cosa sai fare davvero).
Elenca gli utensili e i macchinari utilizzati, compresi eventuali software per farli funzionare. Specifica se sono macchine automatiche, manuali, a controllo numerico; se usi il calibro, l’avvitatore pneumatico, il micrometro, la bilancia; se fai la saldatura a filo piuttosto che a cannello; indica se conosci il disegno meccanico o se sai leggere uno schema elettrico; evidenzia attestati su normative in ambito sanitario come l’HACCP.
Cosa non mettere nel CV
Se ti sei occupato di qualcosa che adesso non vuoi più fare, tralascialo direttamente dal CV, a meno che sia una parte consistente della tua esperienza: in ogni caso non dare troppo spazio a quello che non ti interessa più.
Un esempio pratico: lavorando in produzione ti potrebbe essere capitato di aver dato una mano al magazzino, spostando il materiale anche solo con il carrello manuale. Se fosse un tipo di attività che per qualsiasi motivo non vuoi svolgere mai più nella vita, evita di nominarla sia sul CV che in un colloquio.
Una nota per il magazziniere
Per il curriculum del magazziniere possiamo adottare le stesse indicazioni, dando l’opportuna rilevanza al possesso del patentino di carrellista in corso di validità, all’utilizzo di gestionali utilizzati in azienda per il carico/scarico della merce, segnalando la conoscenza di strumenti come il lettore RFID…
Alla base c’è sempre la stessa, fondamentale indicazione: non dare per scontato che chi leggerà il tuo curriculum possa leggerti nella mente e vedere come in un film quella che è la tua giornata tipo.
Ecco: vuoi un piccolo trucco? Per non dimenticarti niente prova a visualizzare quello che fai in una giornata standard e descrivilo nei dettagli.
Quanto deve essere lungo il curriculum?
La regola generale (e la pazienza del recruiter che ne deve leggere millemila) vorrebbe un massimo di due pagine, ma nella mia esperienza il CV di un operaio che magari ha trascorso gran parte della sua vita nella medesima azienda può tranquillamente essere esaustivo e restare in una sola pagina.
Con queste indicazioni, unite a quelle che già trovi sul blog a tema CV (parte 1 – parte 2 – parte 3 – parte 4) dovresti essere in grado di costruire un bel curriculum efficace.
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