Ho incontrato la candidata ideale. Dio, che soddisfazione.
CV perfetto, coerente, concreto. Esperienze lavorative mirate all’obiettivo.
Colloquio quasi perfetto, tutte le scelte motivate e contestualizzate, il giusto mix di orgoglio personale e consapevolezza di avere ancora tanta strada da fare…
“Praticamente perfetta sotto ogni aspetto”, come direbbe Mary Poppins.

Iniziavo così un post, un anno fa, rimasto nelle bozze fino ad adesso.
E perchè tirarlo fuori ora? Per una semplice coincidenza, un incrocio di link.

immagine dal web

Nella bozza era salvato anche l’indirizzo di questo articolo di Paola Caruso su La Nuvola del Lavoro, perchè la ragazza in questione è una di quelle che sembra avere le giornate di 48 ore e l’energia delle Duracell unita a quella delle Energizer, e quindi mentre studiava per gli esami universitari occupava il tempo rimanente in svariati lavoretti, e in particolare cresceva come cameriera in un ristorante della sua zona.

Ora è tornata alla mia attenzione la tematica dei lavoretti estivi perchè mi è stata segnalata questa app, Vicker, che funge da punto di incontro tra chi il lavoretto lo cerca e chi lo offre: “Sarai connesso ogni giorno a un universo di opportunità lavorative adatte alla tua sfera di competenza”, recita il sito.

A parte l’evidente riscontro economico, vale la pena cercare qualcosa da fare in estate?

A quanto pare sì:

Oltre alla soddisfazione economica e personale (sentirsi utili non ha prezzo), il lavoretto estivo produce un effetto positivo a lungo termine: rende i ragazzi più competitivi da adulti. Più abili a fare carriera.
Lo ha evidenziato uno studio canadese pubblicato sulla rivista Research in the sociology of work realizzato su un campione di 246 mila soggetti presi in esame dai 15 anni fino ai 25.
Secondo la ricerca, gli over 25 con lavoretti estivi alle spalle dimostrano di avere una marcia in più: capiscono come funziona il mondo del lavoro prima di entrarci veramente, scoprono abilità prima ignorate, sviluppano skill trasversali, imparano ad andare a caccia di un impiego in maniera efficace. In altre parole, centrano gli obiettivi con meno fatica. Non solo.
La cosa più importante è che costruiscono network di relazioni che in futuro possono servire. (P.Caruso, “Il lavoretto estivo che aiuta a fare carriera”)

Competenze trasversali, dunque, e networking.
Mica male, eh?

Se non ti basta, ti lascio anche questa testimonianza, corredata da utili informazioni nel caso tu (o tuo figlio) fossi ancora minorenne.

Insomma, figlia mia: secondo me la baby sitter o la cameriera nelle pizzerie la puoi fare. Anzi, la devi fare: ho già messo in giro la voce.
Mi aspetto un abbraccio riconoscente, invece mi arriva un urlo “Cosa hai fatto!?” grida la ragazza, costernata “Così tutti sapranno che cerco un lavoro. Nessuno dei miei amici e conoscenti lavora. È così.. umiliante!”
E rimango così, sgomenta, a chiedermi dove ho sbagliato. (Genitoricrescono.com)

Foto di daveynin utilizzata con licenza CC Flickr

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