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[Intervista] La consulente finanziaria

La bussola di oggi ci porta nel mondo della finanza, ma archivia 
subito le immagini di gente urlante a Wall Street, con tre linee 
telefoniche attive e 9 schermi pieni di numeri davanti agli occhi.


Archivia anche Leonardo Di Caprio. Sì, esatto: pure lui.



Se adesso ho nuovamente la tua attenzione, ti presento Chiara, che ci  racconta di che cosa si occupa una consulente finanziaria…ma con finale a sorpresa.

Ciao e benvenuta! Ci racconti qualcosa di te?
Ciao Chiara (è sempre strano salutarsi tra omonime :D), grazie del tuo bell’invito.
Mi chiamo Chiara Sinchetto, ho trent’anni compiuti da poco e abito vicino a Torino, in un piccolo comune chiamato Villar Dora, in bassa Val di Susa. Questa scelta di vita dice molto di me e del mio carattere: ho appena comprato casa con il mio fidanzato (tra non molto marito!), entrambi amiamo una vita a misura di persona, nel verde e in tranquillità.
Amo leggere, i cani e cucinare 😊 (e le serie tv!).

Negli ultimi anni il tuo ruolo è sempre stato quello di 
consulente finanziaria presso un nome piuttosto noto nel panorama
bancario. Ci racconti bene bene in cosa consiste questo lavoro?
Sì, ho lavorato per quattro anni come consulente finanziario per Finanza&Futuro, la rete di consulenti del gruppo Deutsche Bank.
Cosa fa il consulente finanziario?
Si occupa di trovare l’investimento più adatto al suo cliente: dopo aver individuato il profilo di rischio, le esigenze e la disponibilità di chi ha davanti, propone degli strumenti finanziari adatti al suo caso.
Può proporre dal conto corrente al fondo d’investimento, dal Piano d’accumulo per piccole tasche alla polizza per tutelare gli eredi (quindi dal risparmio gestito al risparmio amministrato, dalle assicurazioni ai prodotti bancari).
Inoltre, deve occuparsi di fare con il cliente una pianificazione per il breve, medio e lungo termine, proponendo strumenti che non servano solo alle esigenze dell’immediato, ma al futuro anche lontano.
Una volta iniziato il rapporto di consulenza, ci si incontra durante l’anno per aggiornamenti e cambiamenti e il consulente si occupa di tenere monitorati gli investimenti.

Il consulente finanziario fa parte della rete “mobile” di un gruppo bancario: rispetto all’impiegato che trovi fisso in banca, il consulente riceve nel suo ufficio ma può anche fissare appuntamenti con i clienti al di fuori della sua sede di lavoro, che sia a casa loro o dove fa più comodo al cliente.
Questo perché ha il cosiddetto mandato ad operare fuori sede; per completare il quadro, posso dirti anche che per diventare consulente finanziario bisogna superare un esame (per cui si studia tanto!) ed iscriversi ad un Albo, consultabile online, come garanzia per i clienti che possono cercarti e verificare la tua iscrizione. Il consulente finanziario è un professionista con Partita IVA e viene pagato dalla società per cui lavora tramite provvigioni, in base ai contratti che chiude con i clienti (provvigioni dirette) e percepisce anche una remunerazione sul suo portafoglio di investimenti (cosiddetto “management fee”).

Nel panorama delle professioni in ambito finanziario chi non è 
addetto ai lavori rischia di perdersi tra le definizioni dei vari 
professionisti che, in fin dei conti, gestiscono dei patrimoni o per 
lo meno suggeriscono come fare: ci aiuti a districarci nella selva di broker, promoter, consulenti…?
Ma certo, hai proprio ragione, si rischia di non capire, spesso, chi fa cosa!
L’impiegato di banca è il dipendente della banca, che trovi quindi in filiale negli orari prestabiliti: può avere la mansione di addetto agli investimenti, visto che i compiti vengono divisi all’interno della banca, da chi si occupa principalmente di mutui e prestiti a chi sta in cassa. Può proporvi strumenti finanziari e quindi si può investire il proprio patrimonio anche direttamente in banca.
Abbiamo spiegato già di cosa si occupa il consulente finanziario abilitato all’offerta fuori sede: qui posso anche aggiungere che questa dicitura è andata a sostituire quella di promotore finanziario, come veniva chiamato fino a non molto tempo fa.
Esiste anche il consulente finanziario autonomo (ex consulente finanziario indipendente come dicitura) che, slegato da una banca, viene pagato con parcella direttamente dal cliente e dà consigli e consulenza sulla corretta pianificazione finanziaria, senza la parte operativa successiva, per la cui esecuzione (per comprare strumenti finanziari/titoli ecc.) il cliente si rivolge poi alla sua banca o ad un consulente finanziario.
L’agente assicurativo ha il mandato da una compagnia di assicurazioni per la quale propone e gestisce prodotti assicurativi; il broker assicurativo non opera per un’unica compagnia di assicurazioni, ma cerca per il cliente la migliore offerta sul mercato assicurativo.
L’educatore finanziario si occupa di accrescere l’alfabetizzazione finanziaria delle persone, con un’attività che si pone come formativa e che costituisce il passo precedente al rivolgersi ad uno dei professionisti del risparmio che abbiamo visto. É una figura relativamente nuova e di grande attualità, visto che ci si è accorti che, spesso, partire dalle basi ripaga, ma soprattutto che ce n’è un gran bisogno.

Come si svolge la giornata tipo di un consulente finanziario?
La giornata tipo è non avere una giornata tipo 😊.
A parte gli scherzi, può essere molto varia e si compone, di solito, di queste attività spalmate sulla settimana: visite ai clienti, aggiornamento professionale con corsi e giornaliero sui mercati, burocrazia (ahimé, ce n’è 😉), preparazione di piani d’investimento per i clienti, ricerca di nuovi clienti, monitoraggio degli investimenti, riunioni con i colleghi.

Che cosa ti piace di questo lavoro?
Il lavoro di consulente finanziario è bello per chi non ama la vita da ufficio e per chi non ha bisogno di una routine lavorativa (anche se questo è un po’ un tranello, devi essere capace di dartela per raggiungere ciò che vuoi): io l’avevo scelto anche per questo, oltre che per il fatto di potermi organizzare le giornate al meglio.
L’altra cosa che amavo molto era il senso di utilità che sentivo: puoi davvero fare la differenza per le persone e per la loro vita, rendendole anche più serene. Poi, ho sempre trovato molto bello il rapportarmi con persone spesso molto diverse tra loro (dal titolare d’azienda al ragazzo all’inizio della sua carriera lavorativa, per capirci) e anche il fatto di poter imparare tanto dall’esperienza con loro.

Hai voglia di confessarci anche quello che ti piace di meno? 
O quello che cambieresti?
Quello che mi piace meno è un atteggiamento diffuso (ma non di tutti, non generalizziamo): molti consulenti hanno l’idea che, per essere percepiti dal cliente come autorevoli e professionali, debbano per forza usare un linguaggio infarcito di tecnicismi, essere molto formali, insomma, salire un po’ in cattedra e guardare il cliente un po’ da distante.
Ecco, in un ambito già di per sé delicato e complicato come quello dei propri soldi, quando si parla con il cliente bisognerebbe puntare ad essere capiti, eliminando il linguaggio specialistico e riservandolo alle riunioni con i colleghi.
Anche recuperare il contatto umano è importante: quella che si ha davanti è una persona che sta mettendo nelle vostre mani i suoi risparmi, vuole essere rassicurata e capita.

Cosa diresti a chi sta pensando di proporsi in questo settore?
Vado un po’ controcorrente rispetto a ciò che si legge spesso. Direi, con un po’ di crudo realismo, che è importante non essere abbagliati dalle promesse iniziali di chi vi dirà che è un lavoro bello e semplice: tutti possono essere tuoi clienti perché tutti hanno bisogno di un conto corrente o di fare un investimento.
La concorrenza è molta e le qualità necessarie sono tante: bisogna essere preparati, bisogna essere bravi nel fare nuovi clienti con regolarità, bisogna essere capaci di trattare con persone diverse tra loro e saper mantenere la calma per voi stessi e per i vostri clienti quando i mercati fanno un po’ i ballerini.
Non basta essere molto bravi tecnicamente né esserlo molto nel trattare con le persone.
Questo può essere un lavoro bellissimo e ricco di soddisfazioni: è bello sentire di essere davvero utile agli altri ed è bello quando i clienti ti ringraziano. Tuttavia, consiglio davvero di non sottovalutare le capacità che servono per farlo con successo.

Come ti sei preparata per il tuo lavoro?
Io ho fatto studi umanistici: ho due lauree in Filosofia, una in Italia e una conseguita in Svizzera.
Ho affiancato da sempre lo studio di materie economico-finanziarie da autodidatta, per passione.
Ho poi frequentato un corso per diventare consulente finanziario, continuando a studiare per poi dare l’esame, che spazia da materie come la matematica finanziaria al diritto privato.
Dall’unione di questi due campi, solo apparentemente distanti, viene secondo me quello che può fare la differenza per chi abbiamo davanti.
Per questo, nel mio nuovo lavoro, ho coniato su Instagram l’hashtag #perunafinanzaumanistica, che racchiude proprio il fatto che bisogna essere sì preparati tecnicamente, ma anche molto umani nel trattare con apertura mentale un tema difficile e delicato come quello dei soldi.

Da piccola, cosa rispondevi a chi ti chiedeva “cosa vuoi fare da grande?”
Mi è sempre piaciuto molto scrivere, passione che riverso nel mio blog di educazione finanziaria, per cui per lungo tempo ho risposto che volevo diventare scrittrice.
Non posso dire di aver avuto le idee molto chiare, però: a volte rispondevo anche “la cantante” (ero e sono stonata come una campana), “l’astronauta” (ho paura anche delle montagne russe), “la parrucchiera” (manualità zero).
Per un po’ ho anche voluto fare la giornalista e poi l’insegnante: forse quest’ultima era una delle mie attitudini maggiori, visto che fin dalle medie i prof. mi affiancavano dei compagni da aiutare, studiando insieme e interrogandoli: mi è sempre piaciuto aiutare gli altri insegnando loro qualcosa, avevo la tendenza innata ad adattare il metodo di spiegazione a chi avevo davanti (questo l’ho capito con il tempo, ripensandoci).
Trovo che siano sempre buffe e divertenti le risposte dei bambini a questo riguardo, ma che sia vitale per i genitori e gli insegnanti ascoltarle attentamente.

Dopo aver maturato una certa esperienza nel tuo campo, hai sentito 
l’esigenza di trasformare il tuo ruolo e mettere a frutto le tue 
competenze ridisegnando una professione su misura per te: ci vuoi 
raccontare questo percorso?
Ma certo! Ho trovato lavoro ad un mese dalla laurea come consulente finanziario presso Finanza & Futuro, la rete mobile, come dicevo, di Deutsche Bank.
L’ho vissuto come perfetto per me, da una parte interessata ad aspetti tecnici del campo finanziario, alla ricerca, ai metodi e allo studio (visto che, secondo me, ciò che ti fornisce in primo luogo la filosofia è una metodica da applicare a qualsivoglia ambito della vita, anche finanziario) e quella che si sentiva depressa nel fare ricerca per la pura ricerca. Mi piaceva studiare ed approfondire con il pensiero, però, di una ricaduta pratica che ottenevo aiutando gli altri, ed è stato così che ho vissuto per quattro anni il mio lavoro.

Tutto è cambiato quando ho aperto il mio sito e blog e i canali social, a gennaio 2017: ho capito presto che era una strada per coltivare una parte di me che avevo dovuto lasciare un po’ da parte, ricominciando a scrivere e a comunicare con la mia voce, che ho trovato presto.

In poco tempo, ho iniziato ad avere richieste da tante donne, soprattutto da lontano, che mi dicevano che si sarebbero fatte seguire da me perché si fidavano, a cui dovevo purtroppo rispondere che la distanza era troppa per le modalità del mio lavoro. 
Cresceva anche in me una domanda e una consapevolezza, che quello che mi veniva chiesto fosse in realtà diverso da ciò che facevo con il mio lavoro, che fosse un passo prima e consistesse non tanto nell’indicare la pianificazione di investimenti più adatta, ma nello spiegare concetti e terminologia di base.
Noi donne vogliamo essere autonome, capire, riflettere e spesso non troviamo feeling con consulenti finanziari uomini (spesso, non sempre!).
Continuava a ronzarmi in testa un’idea: molte non avevano il coraggio di investire i propri soldi e probabilmente non l’avrebbero trovato mai, e questa cosa mi metteva addosso una gran tristezza perché sentivo le mani legate. 
Nel frattempo stavo ricominciando a studiare nuove discipline, ad esempio la finanza comportamentale, un insieme di psicologia ed economia che trovavo adatta a risolvere molti dei problemi di chi non investiva, che erano collocati a monte ed erano dovuti alla scarsa capacità di risparmiare e, spesso, anche di analizzare correttamente le proprie entrate ed uscite.

A volte ti senti perso, come mi sentivo io allora, ma poi trovi un fil rouge e tutto diventa chiaro: per me è stato vedere una costante nella mia passione per l’insegnare agli altri, unito al mio amore per la ricerca e per lo studio e a quello per l’applicazione pratica, nel trovare soluzioni che cambino in meglio le cose.

Ho dato le dimissioni dal mio lavoro per mettermi in proprio e iniziare ad insegnare alle persone, soprattutto alle donne, concetti e termini di base di educazione finanziaria, in percorsi formativi personalizzati sul livello di conoscenze di ognuno, con un’unione di discipline tecniche e umanistiche, diventando Promotrice di consapevolezza finanziaria, un lavoro nuovo, che ho cucito sulle esigenze inascoltate di tante persone, sul mio carattere e sulle mie competenze e abilità. E ne sono tanto, tanto felice.

Ho poi coniato l’hashtag #perunafinanzaumanistica, per mettere al centro le persone e le loro caratteristiche anche quando si parla di numeri e di grafici.
Per il futuro sogno anche di poter insegnare questi concetti ai bambini, in modo divertente e adatto a loro.

Quali sono secondo te le caratteristiche imprescindibili di una 
persona che si propone come tutor in un ambito delicato come la gestione delle proprie finanze e dei propri risparmi?
È fondamentale mettersi nei panni dell’altro, sia emotivamente sia dal punto di vista delle conoscenze: incontro persone letteralmente terrorizzate dalle tematiche che tratto, metto in campo tutta la mia indole rassicurante, sorrido tanto e spiego altrettanto, cercando di non dare mai per scontato ciò che si può sapere.
I tecnicismi sono banditi ma vengono spiegati, uso metafore tratte dalla vita di tutti i giorni, che siano comprensibili.
È fondamentale diventare dei divulgatori e mettere da parte il proprio ego: non si è in cattedra e non si deve impressionare l’altro con termini altisonanti, bisogna condividere e spiegare.

Ti ringrazio per il tempo che ci hai dedicato. Se ti va, sei 
libera di aggiungere un pensiero, un aneddoto, un consiglio, una citazione, un’immagine o quello che vuoi.
Ti saluto con una frase di uno dei miei scrittori preferiti, Gianni Rodari:

Nelle nostre scuole, generalmente parlando, si ride troppo poco. L’idea che l’educazione della mente debba essere una cosa tetra è tra le più difficili da combattere

(Gianni Rodari, Grammatica della fantasia, Trieste, Einaudi ragazzi 2013, p. 37).

Aggiornamento di gennaio 2020: Chiara da questo mese ha raggiunto un ulteriore grado di evoluzione della sua professionalità, portando a compimento un percorso iniziato con la laurea in filosofia, trovando il coraggio di unire i suoi studi (e il suo sogno da sempre) con quanto appreso in questi anni di libera professione 😊
La sua missione ora è creare “percorsi culturali senza tempo tra letteratura e filosofia, per aiutare le persone curiose e introspettive a sgranchire il cervello, riflettere, conoscere e farsi domande, scoprire cose nuove, leggere e indagare le proprie oscurità” come racconta sulla sua pagina Facebook.
Resta sempre valida la sua testimonianza del lavoro di un consulente finanziario, motivo per il quale ho inizialmente richiesto il suo contributo, ed è comunque affascinante vedere come il mondo di oggi dia la possibilità di evolversi in modi anche inaspettati…non credi anche tu?

Trovi Chiara sempre sul suo sito, su Instagram e su Facebook: seguila per scoprire il suo lavoro!

* Ti è piaciuta l’intervista? Vuoi leggerne altre? Le trovi tutte alla pagina La Bussola!

NB: tutte le foto di questo post, tranne quella di copertina, sono opera di Officine Biancospino.

2 comments

  1. Diara 28 Marzo, 2018 at 09:34 Rispondi

    Questa intervista di Chiara mi è piaciuta tantissimo. Mette chiarezza in un mondo abbastanza oscuro a molti. Prima di conoscerla non sapevo a chi rivolgermi per cominciare ad investire e infatti non investivo

    • Chiara 28 Marzo, 2018 at 12:57 Rispondi

      Ciao Diara,
      hai ragione, Chiara è così, di nome e di fatto: riesce a spiegare tutto con parole semplici e alla portata di tutti, e avvicina a un mondo che per la maggior parte delle persone teme di esplorare per insicurezza e poca conoscenza. C’è sicuramente bisogno di professioniste come lei! Sono contenta che questa intervista ti sia piaciuta 🙂 Alla prossima!

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