[Intervista] La radio producer

“Video killed the radio stars”, cantavano The Buggles (ok, lo confesso: ho cercato su Google perchè la canzone la conosco ma gli autori li scopro ora…), ma c’è ancora un po’ di spazio per quelle professioni tecniche che ruotano intorno a mixer e microfono. Una di queste ce la racconta l’ospite di oggi.
Benvenuta! Parlaci un po’ di te
Ciao sono Luana, vivo in Brianza, ho due bimbi piccoli. Sono laureata in radiofonia e scienze e tecnologie della comunicazione. Ho 35 anni e una passione per la musica.
Lavoro da più di dieci anni nel brand marketing, seleziono la musica per radio instore. Queste sono radio che vanno dentro le catene commerciali di svariati brand. Io curo le scelte stilistiche, i diritti d’autore e la creazione dei palinsesti.
Descrivi la tua giornata tipo (sempre che ce ne sia una!)
Sveglia presto, sistemazione bimbi e treno fino a Milano dove c’è il mio ufficio. Primo sguardo alle mail, scambio di battute con i miei colleghi chiedendo se ci sono novità rispetto alla giornata precedente. Il mio lavoro ha scadenze settimanali, mensili e trimestrali. Al lunedì ci sarà l’aggiornamento musicale, il che significa inserire i brani usciti il venerdì. Ogni mese stendiamo dei report per Siae ed Scf e la loro stesura richiede tempo. Poi quando arrivano richieste di preventivi per nuovi clienti, vengo interpellata per le scelte musicali, quali artisti potrebbero funzionare meglio e la proposta del palinsesto musicale.
Che cosa ti piace di più del tuo lavoro?
La sfida che nasconde ogni cliente, ogni brand, il fatto che ciascun marchio possa essere associato a un tipo di musica, la giusta canzone.
Hai voglia di confessarci anche quello che ti piace di meno?
La cosa che mi piace di meno è redigere i report analitici!
Hai sempre saputo di voler fare questo lavoro, o l’hai capito più tardi?
No l’ho capito al terzo anno di università quando ho incontrato il mondo della radio e me ne sono innamorata.
Ho capito che volevo avere a che fare con la musica e con la musica selezionata nelle radio. Durante un corso di musicologia, ci hanno portato a Radio2 e abbiamo assistito a una trasmissione sul jazz. Il lavoro di regia del tecnico mi ha folgorata. Dopo quel giorno dentro quello studio non pensavo ad altro, ho cambiato la tesi e mi sono iscritta alla facoltà di radiofonia a Siena. Avevo capito che l’unicità della radio e la tecnica per produrre contenuti doveva essere il mio futuro.
Come ti sei preparata per il tuo lavoro?
Come già accennato, mi sono iscritta a una laurea specialistica in radiofonia e linguaggi del multimediale. Durante questi due anni a Siena ho collaborato con la radio iniversitaria che mi ha permesso di imparare sul campo cosa significa produrre un format radiofonico, i tempi della radio e le tecniche di regia. Il secondo anno di università invece l’ho vissuto a Londra dove ho potuto scrivere la mia tesi sulla BBC, approfondendo ancora di più le mie competenze nel campo della produzione radiofonica.
Fortunatamente la mia laurea specialistica era abbastanza tecnica, quindi avevo delle buone basi.
Quando ho trovato questo lavoro ho fatto delle lezioni x imparare ad usare un software di post-produzione. Ho inoltre seguito corsi specifici per i software di schedulazione musicale.
Cosa diresti a chi sta pensando di fare da grande il tuo lavoro?
È un lavoro stupendo ma molto raro come numero di posizioni.
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