Whats Next Talk: le donne amano la tecnologia

Sì, lo so, hai letto Whats Next Talk e da buon pignolo come me hai subito pensato che manca un apostrofo: tranquillo, è tutto giusto, e ora te lo spiego. Ma mettiti comodo che parto da lontano.
Quando ero piccola non ho mai tollerato di essere etichettata come “femminuccia”: non indossavo mai le gonne, avevo i capelli tagliati corti, giocavo indifferentemente con i Lego e con la Barbie (una e una sola, mia unica bambola oltre alla Camilla). A volte mi davano del “maschiaccio”, ma tutto sommato sono sempre stata piuttosto tranquilla.
Quello che so di sicuro è che non ho mai sopportato imposizioni del tipo “non puoi farlo/usarlo/indossarlo/giocarci perché è da maschio”: quello mi mandava proprio in bestia, e tutt’ora la distinzione “maschietti versus femminucce”, Principe Azzurro e Principessa Rosa, giochi per maschi e giochi per femmine mi fa accapponare la pelle per il fastidio.
Fortunatamente alle elementari i miei insegnanti erano così avanti che, in occasione dei laboratori, hanno organizzato attività di cucito e di traforo per tutta la classe: tanto i bambini quanto le bambine hanno sia sferruzzato che costruito piccoli oggetti in compensato, a dimostrazione che non esistono attività da maschi o da femmine. Cosa è meglio dell’esempio pratico per trasmettere un messaggio a bambini di 10 anni?
Anche in casa non c’è mai stata questa suddivisione e, per esempio, ho avuto modo di imparare ad utilizzare il computer senza che nessuno mai dicesse “lascia stare, è roba da maschi”. Oltretutto intorno agli 8/9 anni mio padre mi ha regalato un microscopio: meraviglia e stupore! Ho iniziato ad osservare tutto quello che mi capitava sotto mano e ad annotare le mie piccole scoperte in un quaderno. Poi dev’essere finita l’estate e i libri hanno vinto sul microscopio, che ha perso un po’ il suo fascino.
Ma non è questo il punto.
Il punto è che sono cresciuta in un ambiente che mi ha permesso di trovare la mia strada, facendomi sperimentare ambiti diversi fino a capire che strada prendere nel mio futuro.
Prima di scegliere un percorso di studi umanistico ho avuto l’opportunità di toccare con mano anche gli ambiti scientifici e decidere che non facevano per me; ho giocato con l’informatica e ne ho colto le potenzialità di strumento, poi ho lasciato in mano ad altri la ricerca e lo sviluppo; ho progettato e disegnato piccole cose, ma non avevo la passione per farne di più grandi.
Ai bambini, ai ragazzi bisogna
far sperimentare il più possibile,
senza porre dei limiti.
Ci sono tanti ragazzi che non sanno quale sia la loro strada, e a volte temo che non abbiano fatto abbastanza esperienze in settori diversi.
Ma se, oltre a fornire pochi spunti e poche occasioni in cui provare qualcosa di nuovo, si pongono anche dei paletti o dei vincoli legati magari al genere…allora l’offerta che hanno davanti a sè diventa ancora più povera.
Attualmente le materie incluse nell’acronimo STEM (Science, Technology, Engineering, Mathematics) sono ancora considerate “roba da maschi” e sono poche le ragazze ad esserne attratte, con effetti negativi sullo sviluppo di questi settori e dell’economia in genere.
“In un mondo, quello della tecnologia e della scienza, dove l’occupazione cresce in media del 3% (a fronte della media nazionale pari a -0,3%), e dove in futuro si stima che le assunzioni dei professionisti di informatica e i ricercatori arriveranno rispettivamente al 15% e al 37%, appare chiaro come siano settori dove la presenza femminile non sia solo auspicabile, ma necessaria”
In questo contesto si colloca Whats Next Talk 2018, un evento che si terrà venerdì 9 marzo 2018 presso il teatro di Dueville (VI).
WHATS sta per “Women Have A Tech Sensibility” (visto che era giusto?) e questa è la seconda edizione di un convegno volto a condividere le esperienze di 8 donne che “hanno avviato progetti e ottenuto riconoscimenti professionali attraverso le tecnologie, e condivideranno con il pubblico in sala le loro esperienze e visioni”.
Ma l’aspetto interessante è dato anche dalla settimana precedente la serata/convegno, nella quale sono previsti “una serie di incontri chiamati “Opportunità donna”. Si tratta di eventi nella gran parte gratuiti, su prenotazione, con l’obiettivo di sperimentare alcune delle ultime tecnologie e dei percorsi professionali in ambito tecnologico e digitale rivolti sia alle donne che alle ragazze.
Una serie di iniziative per trasmettere la passione e le competenze richieste nel mondo STEM in modo semplice, pratico e attuabile grazie a una serie di protagonisti attivi nel settore.”
Ci saranno incontri legati alla programmazione software, alla progettazione 3D, al Lego, alle scienze.
Quando sono venuta a conoscenza di Whats Next Talk ho pensato fosse interessante poterla segnalare nella giornata dedicata solitamente alla pubblicazione delle interviste “Bussola“, proprio perché credo che sia un’azione di orientamento anche contribuire alla diffusione di eventi di questo stampo: più numerose e conosciute sono le opportunità che si propongono, maggiore diventa il numero delle ragazze che si potranno avvicinare a queste discipline.
Per questa volta invitiamo le ragazze del Veneto, e della zona di Vicenza in particolare, con l’auspicio che eventi simili si diffondano su tutto il territorio nazionale.
Trovi tutte le informazioni sul sito ufficiale di Whats Next Talk o su Facebook, mentre sulla pagina Facebook del FabLab Dueville trovi invece il programma completo con tutti gli incontri della settimana precedente.
Se invece vuoi scoprire alcune professioni in ambito STEM attraverso le interviste fatte finora, puoi andare a sbirciare alla pagina Bussola: ne abbiamo per tutti i gusti, ma se manca qualcosa che ti piacerebbe approfondire, scrivilo nei commenti o mandami una mail: cercherò di accontentarti!