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[Letto per voi] Comunicare e scrivere per trovare lavoro

Comunicare e scrivere per trovare lavoro

“Comunicare e scrivere per trovare lavoro” è uno di quei libri che ha messo a dura prova la mia cervicale, per tutte le volte che ho annuito vigorosamente durante la lettura.

È uno di quei libri che avrei tanto voluto scrivere io, ma devo ancora smaltire la fatica della tesi di laurea e del project work del master e quindi in verità ringrazio tantissimo Roberta Zantedeschi per essersi fatta carico lei della fatica (ah, dici che in 20 anni avrei già dovuto smaltire? Vabbè…)

Questo libro è una dichiarazione d’amore nei confronti del genere umano, e della sua capacità di creare relazioni: se c’è un concetto forte che trasuda da ogni pagina è proprio il legame tra comunicazione e relazione.

Non è un manuale per imparare a scrivere un CV, o la lettera di presentazione: certo, si parla anche di questo e di molto altro legato al lavoro, ma soprattutto è un viaggio che porta chi legge a riflettere su cosa voglia dire comunicare, andando ben oltre il “non si può non comunicare” di universitaria memoria (ciao Watzlavick). 

La meta di questo viaggio è la consapevolezza che mettiamo in ogni occasione in cui comunichiamo, consapevolezza del suo valore e del suo scopo, che è quello di generare una relazione autentica con i nostri interlocutori, anche in campo professionale.

Mi capita spesso di suggerire, quando affronto il tema della lettera di presentazione durante le consulenze o le formazioni, di immaginare di avere fisicamente davanti il o la recruiter e di raccontare a voce perchè stiamo mandando il nostro CV: non potrebbe essere forse anche questo l’inizio di una bella e proficua conoscenza? 

Ed è in nostro potere fare il possibile perchè parta nel migliore dei modi, scegliendo bene le parole, il tono di voce e gli argomenti con cui parlare di noi a chi abbiamo di fronte.

Nel mercato del lavoro

Ecco, se il tema della relazione è il fil rouge che ho trovato attraverso tutto il libro, Roberta Zantedeschi ci prende poi per mano fin dalla prima pagina, accompagnandoci lungo tutte le occasioni in cui è possibile soffermarci su come comunichiamo relativamente al mondo del lavoro.

Per prima cosa chiarisce il contesto nel quale ci muoviamo, analizzando i continui cambiamenti che hanno toccato e ancora toccano il mercato del lavoro e le diverse modalità con cui si cerca di incrociare domanda e offerta (hai già sentito parlare di social recruiting?).

Ma poi affonda sulla necessità di individuare le proprie competenze, anche (e soprattutto) in occasione di un cambiamento professionale, soprattutto se piuttosto radicale.

Non possono mancare i capitoli dedicati al personal branding, che è comunicazione dinamica e costante di sé, sempre in ottica di relazione e, certamente, anche di autopromozione, la parte dedicata alla scrittura efficace, quella concreta, che va dritta al punto perchè abbiamo chiaro in testa il nostro obiettivo.

La terza parte del volume è tutta dedicata a quelli che chiamiamo anche strumenti di marketing: il CV e il profilo LinkedIn, ma anche il colloquio.

Punto per punto, Roberta Zantedeschi spiega in modo dettagliato e ragionato ogni elemento che li costituisce, dall’intestazione del curriculum alla stretta di mano per salutarsi alla fine di un’intervista.

Tante voci

L’autrice ha inoltre coinvolto altri professionisti per portare voci differenti dalla sua e parlare anche di ATS (Jacopo Boscolo), look a colloquio (Anna Turcato), tono di voce (Elena Bobbola) e comunicazione efficace (Marie Luise Denti), fino alla condivisione di esercizi di coaching (Emanuela Spernazzati): quale migliore prova concreta dell’importanza delle relazioni e del networking?

Insomma, questo è un libro che va letto, perchè anche se affronta temi già largamente discussi, lo fa partendo dall’elemento che li collega tutti, la comunicazione, sulla quale non è mai abbastanza fare riflessioni e divulgazione, perchè “le parole sono importanti”, come diceva quello, ma non dobbiamo dimenticare anche il resto.

Anche per questo spero che di eventi come DiParola Festival, che si è tenuto a fine settembre ed è stato dedicato proprio alla comunicazione e al linguaggio chiaro, ne vengano fatti sempre di più: comunicare in modo chiaro, efficace, inclusivo, accogliente, generativo, non violento… è incredibilmente importante. E più ne parliamo e più ci confrontiamo, più riusciremo a portare ad un livello alto di consapevolezza questa necessità di non comunicare a caso ma con intenzione.


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