Come definire un obiettivo professionale se sei multipotenziale

Il dilemma principale del multipotenziale di fronte alla varietà dei propri interessi e delle proprie passioni è legato alla ingombrante domanda “Cosa vuoi fare da grande?”. Domanda che, per chi è già in età da lavoro, spesso si declina nella ancora più ansiogena “Di cosa ti occupi?”
Per prevenire le ansie, comuni anche ai non multipotenziali, la cura è sempre una profonda riflessione sul proprio obiettivo.
Si parte, certamente, da un approfondito bilancio di competenze, senza il quale sarebbe un po’ più difficile esaminare quali sono le proprie conoscenze, caratteristiche e capacità.
Da qui il lavoro importante è di individuare il fil rouge che unisce le esperienze alle competenze.
Ora, con la creatività che caratterizza ogni buon multipotenziale, non resta che mischiare le carte…
Oddio, in che senso!?!
Niente di tragico!
Prendi tutte le competenze che hai scovato facendo il tuo bilancio e inizia ad accostarle le une alle altre, crea collegamenti, fai nascere forme, come se fossero tanti pezzi di Lego con cui hai la libertà di costruire cose fantastiche: auto, astronavi, palazzi…
Vogliamo provare con un esercizio meno metaforico e molto più pratico?
- Scrivi su tanti pezzettini di carta le competenze e le conoscenze.
- Ora inizia a raggrupparle tra loro quando vedi delle assonanze, dei collegamenti, delle interconnessioni.
- Lascia correre l’immaginazione a briglia sciolta, azzarda accostamenti all’apparenza improbabili.
- Ora prendi un foglio nuovo, su cui riportare uno dei gruppi che hai creato, e inizia ad approfondire aiutandoti con queste domande: quale ruolo professionale mette in gioco tutte queste competenze? In quali settori opera? Quali aspetti mi interessano, mi appassionano?
In questo modo si stanno delineando delle figure professionali. Il passo successivo sarà quello di misurarle con te stesso per verificare se sei già pronto a ricoprire certi ruoli o se ci sono degli aspetti da migliorare/recuperare.

Adesso è il momento dei distinguo.
L’esercizio che ho proposto (che va bene anche per chi multipotenziale non è, ma magari confuso in generale sì) potrebbe risultare più facile per coloro che nel suo libro Emilie Wapnick definisce “sequenziali“, cioè chi persegue un progetto alla volta, anche se poi magari cambia ambito e settore da uno all’altro.
Dico che potrebbe essere più semplice perchè un “sequenziale” è abituato a focalizzarsi su un unico ruolo alla volta, esattamente come fa uno specialista, e quindi riesce a prendere in considerazione la realizzazione di un obiettivo alla volta.
Per chi invece rientra nella categoria dei “simultanei“, la faccenda potrebbe essere più complicata, ma non per questo poco affascinante, anzi.
La parola chiave in questo caso è interdisciplinarietà, ossia la possibilità di far coesistere in una professione sola più materie e/o competenze.
Un esempio? La passione per le materie scientifiche e quella per la comunicazione potrebbero costituire le basi per diventare un buon divulgatore scientifico.
Esistono già delle professioni basate sulla interdisciplinarietà: occorre concentrarsi e approfondire i ruoli che più attirano scoprendo quali tra le diverse passioni possono essere intrecciate fra loro.
Oppure puoi crearne di nuove: tra le #bussole che ho raccolto sul blog, puoi trovare esempi nell’assistente virtuale, nella progettista di ambito culturale, nell’UX Designer, nella consulente di immagine e in quella che insegna ad organizzarsi.
Ora tocca a te! I pezzi del puzzle sono ancora bianchi, magari, ma proprio per questo puoi decidere tu quale disegno immaginare!
E se pensi di aver bisogno di una mano, scopri cosa posso fare per te, scrivimi e lavoreremo assieme per definire assieme il tuo obiettivo professionale 😊
Foto di copertina mia
All’interno dell’articolo: foto di Lean2Succes da Pixabay